Lago di Burano

Lago di Burano

Il lago di Burano è una laguna salmastra costiera all’estremità meridionale della Maremma grossetana, nel comune di Capalbio. Si estende per circa 236 ettari ed ha una profondità media di un metro. È separato dal mar Tirreno da una stretta fascia di dune, che costituisce uno dei tratti costieri naturalisticamente meglio conservati della regione.

Protezione ambientale
Il lago e la zona circostante sono compresi nella Riserva naturale Lago di Burano, una riserva statale istituita nel 1980 ed affidata al WWF che vi ha istituito l’Oasi del Lago di Burano.

La riserva, a sua volta, è compresa nella zona umida di importanza internazionale “Lago di Burano” istituita nel 1977 e che si estende per 410 ettari.

Nel 1995 parte dell’area del lago è stata dichiarata sito di interesse comunitario, nel 2016 è divenuto zona speciale di conservazione. Nel 1998 è stata inoltre istituita la zona di protezione speciale “Lago di Burano” per un’estensione di 489 ettari.

L’area del lago e della duna costiera fanno inoltre parte della ben più vasta Important Bird and Biodiversity Area IBA193 “Argentario, Laguna di Orbetello e Lago di Burano”.

SIR “Duna del Lago di Burano”
Il sito di interesse regionale “Duna del Lago di Burano” è quasi interamente compreso nella Riserva naturale statale e quasi interamente compreso nella zona umida d’importanza internazionale, ai sensi della Convenzione di Ramsar, “Lago di Burano”.

I principali elementi di criticità interni al sito sono:
•carico del turismo balneare piuttosto elevato durante la stagione estiva.;
•rischio d’erosione costiera (attualmente la linea di costa è in avanzamento);
•per gli uccelli nidificanti, una causa di minaccia è rappresentata dai cani lasciati liberi, durante il periodo di nidificazione.

I principali elementi di criticità esterni al sito sono:
•presenza d’importanti centri turistici in prossimità del sito;
•forte antropizzazione delle coste sabbiose, con crescente rarefazione e frammentazione delle residue aree con vegetazione e fauna in buono stato di conservazione, con conseguente rischio di estinzione per le piccole popolazioni isolate;
•infrastrutture lineari di trasporto verso l’entroterra (assi stradali e ferroviari).

I principali obiettivi di conservazione da adottare sono:
•tutela dell’integrità dell’ecosistema dunale (EE);
•mantenimento del carico del turismo balneare su livelli relativamente bassi e riduzione dei principali impatti che ne derivano (E);
•riduzione dei fenomeni di frammentazione/isolamento (E). d) Tutela dell’integrità delle formazioni vegetali caratteristiche del sistema dunale e retrodunale (E).

Indicazioni per le misure di conservazione:
•Mantenimento degli elevati livelli di naturalità del sito, evitando in particolare la realizzazione di nuovi accessi (EE).
•Tutela/rinaturalizzazione di tratti di costa sabbiosa esterni al sito, al fine di ridurre i fenomeni di isolamento/frammentazione (E).
•Rafforzamento delle azioni finalizzate a ridurre l’impatto del turismo balneare, in gran parte già attuate dal WWF (installazione di pannelli didattico-informativi, indicazioni delle vie di accesso preferenziali, recinzioni per tutelare settori dunali in erosione, servizio navetta) (M).
•Svolgimento di attività di sorveglianza nei periodi più sensibili, in particolare nei giorni festivi primaverili, per evitare la presenza di cani non tenuti al guinzaglio (M).
•Limitazione di eventuali interventi di pulizia della spiaggia, con rimozione manuale dei soli materiali non vegetali (M).

Ad aprile 2012 è stato conferito all’oasi del Lago di Burano il riconoscimento di Meraviglia italiana.

Geomorfologia
Per quel che riguarda il SIR “Duna del Lago di Burano”, la tipologia ambientale prevalente è data da dune costiere con macchia mediterranea e vegetazione delle spiagge. Raro esempio di ambiente dunale ad elevatissima naturalità caratterizzato da perticaie di Juniperus sp. Pl.

Fauna
Fra le molte specie di uccelli acquatici che sono stanziali, o che si fermano nel lago per un breve periodo, durante le migrazioni, ricordiamo il fenicottero rosa, i cormorani, gli aironi, la folaga, la moretta, il moriglione, il germano reale ed il mestolone (simbolo dell’Oasi WWF), il porciglione ed il martin pescatore. Tra i rapaci, sono presenti falco di palude e falco pescatore.

Duna del Lago di Burano
Fra le specie ornitiche nidificanti di maggior interesse si ricordano Charadrius alexandrinus, Calandrella brachydactyla.

Da segnalare fra gli anfibi Bombina pachypus, specie endemica dell’Italia peninsulare e Triturus carnifex.

Fra gli invertebrati è il Lepidottero Euplagia quadripunctaria.

La duna è frequentata anche da mammiferi come istrice, volpe e cinghiale, difficilmente avvistabili ma dei quali è facile notare le impronte sulla sabbia.

Tra i rettili: testuggine di Herman (Testudo hermanni) e il cervone (Elaphe quatuorlineata).

Flora
La vegetazione della duna è costituita sia da piante arboree come leccio e sughera, che da piante cespugliose come ginepro coccolone, ginepro fenicio e mirto, con presenza di salsapariglia (detta in dialetto locale “stracciabrache”, per motivi facilmente intuibili) e asparago. L’importante vegetazione pioniera della spiaggia gode di adeguata protezione, dato che le operazioni di pulizia vengono effettuate senza utilizzo di mezzi meccanici e lasciando il materiale organico spiaggiato (indispensabile anche per la sopravvivenza di numerose specie di coleotteri e di altri invertebrati).

Per la fitocenensi, si segnalano crucianelleti delle dune di Burano. Ginepreti a Juniperus macrocarpa delle dune di Burano. Popolamenti floristici tipici degli habitat di duna e retroduna.

Torre di Buranaccio
L’attuale fortificazione venne costruita attorno alla metà del Cinquecento, nel luogo dove sorgeva probabilmente una preesistente struttura di epoca medievale.

La torre costituiva l’avamposto difensivo più meridionale dello Stato dei Presidii e si trovava proprio ai confini con il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa.

Nei secoli successivi la fortificazione ha subito alcuni interventi di ristrutturazione che, però, hanno mantenuto pressoché intatto l’originario aspetto.

La torre di Buranaccio richiama gli elementi stilistici della più imponente Fortezza Spagnola di Porto Santo Stefano.

La struttura difensiva costiera si articola su tre livelli, presentando una sezione quadrata che poggia su un possente basamento a scarpa, con il quale viene messa in contiguità attraverso una cordonatura; le pareti si presentano prevalentemente rivestite in pietra.
La torre non è visitabile perché di proprietà privata.