Scansano

Scansano

Scansàno è un comune noto per aver conferito la denominazione al Morellino di Scansano, vino rosso DOCG prodotto nella zona.

Il territorio si estende prevalentemente a quote collinari medio-basse, raggiungendo le altitudini minime in prossimità dei corsi d’acqua a regime torrentizio.

Nel territorio di Scansano sono documentati insediamenti etruschi e romani (Ghiaccio Forte, Aia Nova, Scrina di Porco), mentre la prima notizia del centro medievale risale al 918, quando viene nominata una certa curtis Mustia, identificabile con la frazione di Murci. Nel territorio scansanese sorsero nel corso del medioevo numerosi castelli di grande importanza strategica, come Montorgiali, Cotone e Montepò, mentre il castello di Scansano, attestato nel 1274, fu conteso nel XIV secolo tra i conti Aldobrandeschi e i Tolomei di Siena.

Luoghi d’Interesse

•Chiesa di San Giovanni Battista, ricordata dal 1276, fu radicalmente ristrutturata nel secolo XVIII. Nella facciata a capanna spicca il portale quattrocentesco con una cornice ad ovoli.

Nell’interno si segnalano gli altari, realizzati nel secolo XVIII in gesso e stucco, e alcuni dipinti: la Madonna che porge il Bambino a Sant’Anna, dell’inizio del secolo XVII; il Martirio di San Sebastiano, attribuito a Stefano Volpi; la Madonna del Soccorso. Un’elegante incorniciatura policroma quattrocentesca a festoni racchiudeva la Madonna dell’uccellino, terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia, rubata nel 1971 e sostituita da una copia. La Madonna è stata ritrovata nel 2019, ma ancora non ricollocata in chiesa.

Nel presbiterio, statua lignea policromata della Madonna, del secolo XV. Nell’abside, pregevole coro ligneo seicentesco.

•Convento del Petreto (o convento di San Pietro), situato fuori dal paese prima del bivio per Manciano, ha origini medievali – la tradizione dice che qui nel 1422 predicò san Bernardino – ma ha subito vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli successivi. Sopra il portale d’ingresso si trova una lunetta settecentesca con la Madonna col Bambino fra san Francesco e san Pietro, mentre all’interno un’altra lunetta, posta sopra l’altare, raffigura Dio Padre in gloria fra angeli musicanti.

Il complesso è costituito dalla chiesa di San Pietro e dall’annesso convento, originariamente francescano osservante, soppresso nel 1871 e attualmente di proprietà privata.
Nell’interno, da notare l’imponente altare maggiore, realizzato nel secolo XVII in gesso e stucco. Nell’abside si trova un coro ligneo in precarie condizioni di conservazione.

Al suo interno era ospitata l’Annunciazione, risalente al 1615, in seguito spostata all’interno della sagrestia della chiesa di San Francesco a Grosseto.

•Palazzo Pretorio, risalente al XV secolo, era il palazzetto civico del comune di Scansano e mantiene ancora oggi l’aspetto originario con forme semplici e squadrate e le finestre incorniciate in pietra serena. Nel XIX secolo fu anche utilizzato come prigione.

•Palazzo del vecchio ospedale, risalente al XV secolo, era la sede dell’ospedaletto di Scansano. Oggi si presenta come un’abitazione privata.
•Teatro Castagnoli, costruito tra il 1852 e il 1891 – i lavori subirono varie interruzioni –  è uno dei principali teatri della provincia di Grosseto. Dal 1968 fu adibito a cinematografo e cessò la sua attività nel 1982. Acquisito dal Comune, il teatro è oggi nuovamente aperto.

Parziale veduta del castello di Montorgiali e della chiesa di San Biagio

•Mura di Scansano: il nucleo originario fu costruito dagli Aldobrandeschi a partire dal XII secolo, poi completato nel corso del secolo successivo. Nel XV secolo furono effettuati numerosi interventi di riqualificazione, tra i quali l’aggiunta di una torre di avvistamento e la ricostruzione della porta di accesso al borgo (XVI secolo). Rimangono visibili la torre di avvistamento quattrocentesca a sezione circolare sul lato orientale e la caratteristica Porta Grossetana sul lato occidentale.

•Castello di Montorgiali, sorto nel corso del XII secolo come possedimento dei conti di Montorgiali, vassalli del ramo di Santa Fiora della famiglia Aldobrandeschi, se ne ha un primo riferimento in una bolla del papa Clemente III risalente al 1188. Nel XVIII secolo il castello finì in mano a privati e nel corso dell’ultimo secolo è stato diviso in più unità abitative.
Tra l’edificio attiguo alla chiesa e l’angolo sinistro del castello si trova una cortina muraria in pietra, dove si apre una porta ad arco tondo, al di sopra del quale è collocato lo stemma con il leone del popolo di Siena ; un’altra porta ad arco ribassato si trova sul lato settentrionale.

Il castello si presenta come una struttura rustica imponente costituita da una serie di corpi di fabbrica addossati tra loro; le pareti esterne completamente rivestite in filaretto di pietra. Le finestre, disposte su 3 livelli, sono ad arco tondo, mentre in alcuni punti delle pareti esterne sono visibili feritoie e mensole che servivano per attaccare eventuali nemici che vi si avvicinassero.

•Il castello di Montepò è una possente ed elegante struttura fortificata che sorge nella campagna a nord di Scansano, a circa 30 km a est di Grosseto.
La struttura fortificata sorse attorno all’anno mille nelle vicinanze di un’antica pieve, ma venne quasi interamente ricostruita in epoca trecentesca quando era controllata dai signori di Cotone.

In epoca rinascimentale, i nuovi proprietari trasformarono la struttura castellana in fattoria fortificata e, nelle epoche successive, vennero fatte alcune ristrutturazioni che portarono ad ampliamenti. Gli ultimi restauri effettuati nella seconda metà del secolo scorso hanno riportato il complesso all’antico splendore.

Il castello di Montepò si presenta come un raro esempio di villa fortificata senese del periodo rinascimentale, grazie agli interventi di trasformazione portati avanti tra il Quattrocento e il Cinquecento.

Il complesso, a pianta rettangolare, si dispone con i corpi di fabbrica attorno ad un cortile interno; è fiancheggiato da quattro torri angolari a sezione quadrata, che in passato svolgevano funzioni di avvistamento. Le strutture murarie si presentano in pietra, con alcuni rivestimenti in laterizio sulle facciate che si aprono sul cortile interno.
Il castello, attualmente proprietà dei Biondi Santi, è parte integrante di una rinomata azienda agricola specializzata nella produzione di eccellenti vini; in precedenza, era stato luogo di ispirazione dello scrittore britannico Graham Greene.

Musei

Il comune di Scansano dispone di due musei che insieme formano un unico polo museale all’interno dell’antico Palazzo Pretorio. Il complesso fa parte della rete provinciale Musei di Maremma: Il museo archeologico e il museo delle vite e del vino.

•Il museo archeologico è stato inaugurato nel marzo 2001 ed ha come scopo quello di offrire una panoramica sulla storia della presenza umana nell’età antica nella media valle dell’Albegna. I reperti esposti sono da ricondurre principalmente alle aree archeologiche maggiormente studiate e scavate a partire dal 1999, come l’insediamento etrusco di Ghiaccio Forte e quello romano dell’Aia Nova.

Il sito di Ghiaccio Forte fu scoperto per la prima volta nel 1970 dal gruppo archeologico guidato da Zelindo Biagiotti. La prima importante campagna di scavo (1979-1981) riportò alla luce numerosi reperti che vennero così restaurati. Nel 1981, contemporaneamente agli scavi a Ghiaccio Forte, fu rinvenuta una villa romana riutilizzata nel III secolo d.C. in località Civitella, mentre nel 1985, a Scrina di Porco, riemersero alcuni resti di un’antica fattoria. Un’altra importante campagna di scavi fu effettuata negli anni tra il 1987 e il 1990, ad opera di Mario Del Chiaro, nella località di Aia Nova: ciò permise di riportare alla luce una grande villa produttiva romana, interessante per la presenza di un impianto termale e di alcune decorazioni sui pavimenti e le pareti. Nel 1999 ripresero gli interventi di restauro e di nuove campagne archeologiche: prima fu scoperta nella località di Poderuccio a Poggioferro una necropoli medievale, dopodiché, negli anni tra il 1999 e il 2002, furono effettuati nuovi scavi presso Ghiaccio Forte diretti da Marco Firmati.

Il museo espone tutti i reperti rinvenuti in queste località. I pezzi più interessanti provengono dal deposito votivo del santuario di Ghiaccio Forte (VII secolo a.C.), prima della costruzione dell’insediamento fortificato: una collezione di teste votive e soprattutto una statuetta raffigurante un vendemmiatore che impugna una roncola nella mano destra. La struttura è costantemente arricchita di nuovi contenuti sulle più recenti ricerche, il percorso offre un quadro aggiornato degli studi archeologici con una particolare attenzione a quelle più recenti, che descrivono un’economia antica fortemente legata alla produzione e al commercio del vino.

Museo archeologico e della vite e del vino

•Il museo della vite e del vino è stato inaugurato nel giugno 2000 ed è suddiviso in cinque aree: area storica (archeologia del vino); area della produzione; area del ciclo della vite e del vino; area delle tradizioni (laboratorio del gusto); area dell’informazione.

Il museo si propone di documentare ed approfondire l’evoluzione della tradizione del vino in Maremma, in particolare riferimento all’area di Scansano, noto in tutta Italia per la produzione del vino DOCG Morellino. La prima sezione si ricollega al museo archeologico illustrando le modalità di coltivazione e lavorazione dell’uva, con conseguente produzione del vino, nell’antichità sin dai tempi degli etruschi. Sono esposti poi i vecchi oggetti tradizionali, come il bastone degli asini che trasportavano i “bigonzi” d’uva dalle vigne alle cantine, e viene posta particolare attenzione anche all’aspetto estetico delle trame dei vigneti che si snodano sulle colline di Scansano. Infine, vengono illustrati e mostrati alcuni vini della bassa Maremma: Morellino, Parrina, Ansonica, Bianco di Pitigliano, Capalbio e Sovana.

All’interno del museo è stato anche allestito uno spazio per la degustazione dei vini e dei prodotti locali forniti dalle aziende dell’associazione “Strade del vino e dei sapori Colli di Maremma”.