Montieri si trova nel territorio delle Colline Metallifere grossetane ed è noto per i grandi giacimenti di pirite, piombo e argento sfruttati sino agli anni novanta del XX secolo, quando fu chiusa la miniera di Campiano presso la frazione Boccheggiano.
Il territorio di Montieri è caratterizzato da grandi superfici boschive, che in passato hanno rappresentato la principale fonte di approvvigionamento del combustibile necessario all’attività mineraria e la materia prima indispensabile alla realizzazione di armature per gallerie e costruzioni intorno alle miniere.
Il Poggio di Montieri (altezza 1052 m) ha sempre suscitato molto interesse dal punto di vista geologico e naturalistico; la sua costituzione geologica è simile a quella delle vicine Cornate di Gerfalco: ricco di varie specie di pietra alberese (o “sasso di calcina”) e di calcare. Da segnalare anche il poggio Ritrovoli (altezza 1015 m), punto più alto delle Carline di Travale. Le Cornate di Gerfalco con 1060 m di altezza costituiscono il rilievo più alto delle colline metallifere. Dal bacino idrografico delle Cornate, delle Carline e del Poggio di Montieri nasce il fiume Cecina. Dal versante meridionale del poggio di Montieri nasce un ramo del fiume Merse, denominato Savioli; sulla cima troneggia una monumentale croce di ferro, eretta nel 1961.
Nelle quote più basse, data la relativa vicinanza dal mare e la bassa quota, vivono specie mediterranee come i lecci, le sughere e un sottobosco di erica e ginestra; salendo di quota compaiono essenze tipicamente submontane come i cerri, roverelle e ampi castagneti.
In antiche discariche, poste nei pressi di pozzi ormai riempiti dal materiale accumulatosi nel tempo, fu notata da Emanuele Repetti, nella prima metà dell’Ottocento, la presenza di galena e tetraedrite argentifere, calcopirite, pirite e altri minerali.
Il nome deriva da Mons aeris, che significa “monte del rame”, e quindi è collegato alle risorse minerarie della zona, le Colline Metallifere.
Lungo il fiume Merse e visibile dalla strada che collega Massa Marittima con Siena, vi è l’area delle Roste, essa raccoglie i resti delle lavorazioni del rame a partire dalla fine del XIX, inizi del XX secolo, avvenute con il metodo Conedera. Il minerale di rame, estratto nella vicina Miniera Merse distante circa 2 km e lì lavato e frantumato, veniva trasportato su vagoni mediante una ferrovia decauville. Qui veniva accatastato in cumuli e arrostito all’aperto.
Luoghi d’interesse e curiosità
•Il giardino dei Suoni è un parco artistico situato in una zona rurale nei pressi di Boccheggiano esso ospita all’aperto una collezione di sculture dell’artista Paul Fuchs, realizzate mediante l’utilizzo di materiali quali il rame, il ferro, il bronzo, il legno e la pietra. Le opere hanno trovato una collocazione naturale nei prati, tra gli alberi del bosco e nell’area prospiciente l’abitazione dello scultore.
La denominazione “giardino dei Suoni” deriva dalle onde sonore che vengono emesse dalle sculture, che tendono a fluttuare proporzionalmente all’intensità del vento. Gli effetti sonori sono resi possibili dalla particolare collocazione e composizione delle stesse opere, studiate appositamente dallo scultore per creare effetti musicali suggestivi, all’interno di un contesto artistico e naturalistico di particolare pregio.
•Le mura di Montieri costituiscono il sistema difensivo dell’omonimo borgo castellano. Una prima cinta muraria fu costruita sul finire del X secolo, tra il XII e il XIII secolo la cerchia muraria e le relative fortificazioni vennero ristrutturate ed ampliate. Tuttavia, nel corso del Trecento, vi furono due gravi assedi, nel 1326 e nel 1364, che determinarono gravissimi danni all’intero sistema difensivo: sul finire del Trecento furono così ricostruite le mura, le sette torri di guardia e il cassero.
Le mura di Montieri hanno oramai perduto l’originario aspetto in cui si presentavano durante il periodo medievale.
Della cinta muraria si sono conservate, in buono stato, tre torri in filarotto, che originariamente erano inglobate lungo il perimetro delle mura. Tra esse, spiccano la torre Narducci e la torre Biageschi, che hanno conservato pressoché intatto il loro aspetto di epoca medievale, oltre alla torre successivamente trasformata nel campanile della chiesa dei Santi Paolo e Michele. Delle rimanenti quattro torri di guardia, si sono conservati solo alcuni resti, come ad esempio la base della torre Mazzarocchi.
•La chiesa archipresbiterale dei Santi Paolo e Michele è un edificio sacro risalente al Trecento, ha la facciata intonacata scandita da quattro paraste che sorreggono la trabeazione.
Il portale, le finestre laterali e l’oculo centrale sono incorniciati in travertino.
L‘altare dedicato al beato Giacomo Papocchi conserva una tela settecentesca con il Beato in gloria e vari episodi della sua vita. All’interno dell’edicola, il Busto del beato in argento (1670). Il corpo del beato è posto invece in una grande urna intagliata collocata in alto sopra l’altare maggiore settecentesco.
Nel transetto, tre tele del secolo XVII: la Madonna del Carmine che offre gli scapolari a san Cerbone e a san Francesco; la Madonna del Rosario; l’Apparizione della Vergine al beato Giacomo.
Vi è anche una tela con una Annunciazione, collocata sopra l’ingresso della cappella dell’Annunziata, attribuita all’ambito di Alessandro Casolani (Vincenzo Rustici).
Vi è anche un organo seicentesco, datato 1604, con orchestra e mostra lignee, dipinte e dorate.
La figura religiosa di Giacomo Papocchi
Giacomo Papocchi è stato un religioso eremita italiano. Nacque a Montieri nel 1213. In giovane età lavorò alle argentiere locali, proprietà dei vescovi volterrani. Fu accusato di furto di argento lavorato nelle locali fonderie; fu condannato all’atroce pena della mutilazione della mano destra, nonché del piede sinistro, trovandosi così ridotto all’inabilità.
Il triste evento, fu per lui l’occasione di riscoprire la fede precedentemente abbandonata.
Chiese al vescovo diocesano l’autorizzazione a farsi “immurare”, cioè a vivere in rigorosa clausura, in una piccola cella adiacente alla chiesa di San Giacomo Apostolo.
Sottoposto a prove diaboliche, raggiunse tuttavia vette di alto misticismo; visioni e miracoli costellarono la sua vita, tanto che il suo culto è pervenuto ininterrotto fino ai giorni nostri. Si dice che dalla sua cella, attraverso lo spesso muro che lo separava dall’adiacente chiesa, riuscisse a vedere il sacerdote celebrante la Messa all’altare della chiesa stessa. Oppure che il desiderio dell’eucaristia era tale che, nei giorni imminenti la morte non essendo il sacerdote potuto salire a celebrare la santa messa alla chiesa di San Giacomo Apostolo a causa di un’abbondante nevicata, Gesù stesso, “sacerdote e vittima al tempo stesso” , come si canta in un antico inno, scese a comunicarlo. Morì ricco di meriti, veneratissimo dal suo popolo, il 28 dicembre 1289.
Il suo corpo si conserva in un’artistica urna (1768) sopra l’altare maggiore della chiesa parrocchiale archipresbiterale dei Santi Paolo e Michele nel centro di Montieri.
•Montieri è uno dei sette Comuni che compongono il Parco Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane. Le finalità istituzionali del Parco riguardano il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico-culturale e tecnico-scientifico delle Colline Metallifere, segnate in particolar modo dall’esperienza mineraria.
•Il Palazzo Comunale di Montieri, progettato e realizzato da Lorenzo Porciatti nello stile neogotico tipico dell’architetto grossetano, fu completato nel 1901 in stile neogotico. Nel luogo in cui venne costruito sorgeva il più antico Palazzo di Giustizia di Montieri, abbattuto per permettere la costruzione del nuovo edificio, adesso sede dell’amministrazione comunale e dell’ufficio turistico.
•Palazzo Papi Mattii, noto anche come Palazzo dei Marchesi, fu costruito nel Seicento, mentre una ristrutturazione novecentesca ha sostituito le originarie pietre squadrate della facciata con mattoni.
Si presenta come un imponente palazzo con un loggiato a due archi al piano terra, dove sono situate le fonti pubbliche. Queste fonti ricevevano le acque dal Poggio di Montieri e furono costruite nel 1233, come attesta una lapide posta sul fronte. Al di sopra della lapide è uno stemma marmoreo rappresentante un leone rampante, quello che Siena dette a Montieri dopo averne preso possesso. Il palazzo dei Marchesi fu realizzato sopra le fonti dopo il 1621, quando Vincenzo Salviati ricevette il marchesato di Montieri dal granduca Cosimo II.