Giannutri è l’isola più meridionale dell’Arcipelago toscano, nonché il punto più a sud della Regione Toscana, e si trova a circa 14 chilometri a sud-est dell’Isola del Giglio, del cui comune fa parte, e a circa 12 chilometri a sud dell’Argentario.
Il centro abitato di Giannutri e le case sparse, considerata località minore, è chiamato istituzionalmente Spalmatoio-Ischiaiola (50 m s.l.m., 27 abitanti).
Giannutri è un‘isola calcarea, in gran parte coperta da vari stadi di degradazione delle foreste di leccio (presenti in lembi residui), con prevalenza di macchia mediterranea, ginepreti costieri, garighe e prati annui. Altre tipologie ambientali rilevanti sono le coste rocciose, le aree edificate e i giardini, i rimboschimenti di conifere.
È caratterizzata da una costa frastagliata e rocciosa, interrotta da suggestive calette e numerose grotte.
Sull’isola sono presenti due approdi: Cala Spalmatoio, a sud-est e Cala Maestra, a nord-ovest.
Il golfo dello Spalmatoio è la porzione di mare compresa tra Punta San Francesco, Punta Scaletta, Cala Volo di Notte e appunto Cala dello Spalmatoio da cui il golfo prende il nome.
Sono presenti solo cinque alture: Poggio di Capel Rosso (il punto più alto dell’isola), Poggio del Cannone ( o Poggio di S. Francesco), Monte Mario, Poggio dei Gabbiani e Monte Adami.
Giannutri è stata abitata fin dai romani in epoca repubblicana e vide lì il suo massimo splendore.
Il nome dell’isola fa riferimento alla sua particolare forma a mezzaluna e di conseguenza alla falce lunare, attributo della dea Artemide o Diana.
L’isola è un’importantissima area di sosta durante le migrazioni. Sono presenti rare specie ornitiche nidificanti marine oppure legate a habitat rocciosi e alle garighe.
Sono presenti alcuni aspetti vegetazionali termoxerofili ormai rari nell’area mediterranea. Floristicamente interessante è la vegetazione fitoalofila, di Chrithmolimonietum sommieriani con presenza di specie endemiche tirreniche come Limonium sommierianum e Helichrysum litoreum. A esse si aggiunge la timelea tricocca, specie presente in Toscana solo in tre stazioni. Sono stati rilevati popolamenti floristici delle coste rocciose con specie endemiche o di elevato interesse conservazionistico.
Monumenti e luoghi d’interesse
In prossimità di Cala Maestra si trovano i resti di villa romana del II secolo d.C., edificata dai Domizi Enobarbi, antica famiglia senatoria di importanti commercianti della quale faceva parte Gneo Domizio, marito di Agrippina, madre dell’imperatore Nerone. Nonostante la rilevanza artistica e storica dei resti, la villa fino al 2004 era in mano a privati, al conte Gualtiero Adami (noto come Il Garibaldino), poi messa all’asta e salvata da Regione e ministero dell’Ambiente che esercitarono il diritto di prelazione. Attualmente chiusa per restauro, nonostante il tempo e i vandali la stiano rovinando. Si trovano anche i resti di un approdo di età romana.
All’estremità meridionale dell’isola si eleva il Faro di Giannutri, risalente alla seconda metà dell’Ottocento.
L’isola ha notevole interesse per la subacquea, grazie alle pareti verticali ricche di gorgonie, spugne, coralli e tunicati. Oggi la maggior parte dei fondali sono stati indicati come zona protetta di tipo “1” (nella quale sono proibite la navigazione a motore, a vela e a remi, la pesca, le immersioni e la balneazione) e quindi da un lato si è favorito il ripopolamento ittico, dall’altro ha reso difficile trovare dei buoni punti d’immersione. Si possono comunque trovare liberi per l’immersione le estese praterie di posidonia e i due relitti dell’Anna Bianca (a 40-50 metri di profondità) e del Nasim (a 60 metri).