Montemassi è una frazione del comune italiano di Roccastrada, nella provincia di Grosseto.
Si tratta di un suggestivo borgo medievale situato sulle pendici di una collina nella parte sud-occidentale del comune di Roccastrada, ed è il confine tra le Colline Metallifere e la Maremma grossetana. Il borgo sorse come feudo della famiglia Aldobrandeschi e, successivamente, passò alla famiglia dei Pannocchieschi.
I Senesi riuscirono ad espugnare e conquistare Montemassi nella seconda metà del XIII secolo ma, agli inizi del XIV secolo, il paese riuscì a diventare un centro autonomo sotto il controllo e la protezione dei Pannocchieschi e della famiglia Cappucciani di Sticciano.
Successivamente, venne nuovamente assediato e conquistato da Guidoriccio da Fogliano per conto dei Senesi (1328) che mantennero, però a fatica, il controllo per le numerose rivolte locali avvenute in vari periodi e per varie interferenze di alcune famiglie del contado.
A metà del XVI secolo, a seguito della definitiva caduta della Repubblica di Siena, Montemassi entrò a far parte del Granducato di Toscana e, da allora, ne seguì le sorti. Fu infeudato come marchesato ai Malaspina di Mulazzo fino al 1770 quando fu venduto ai Cambiaso che lo tennero fino all’abolizione dei feudi nel 1774.
Luoghi d’interesse
•La chiesa di Sant’Andrea Apostolo è un edificio sacro, all’interno sono conservate la Madonna con il Bambino, di un artista della cerchia di Matteo di Giovanni, forse Guidoccio Cozzarelli (ultimo decennio del XV secolo), e l’Annunciazione (fine XVI secolo).
•Il castello di Montemassi si presenta sotto forma di imponenti ruderi riportati agli antichi splendori, grazie agli ultimi interventi di restauro.
Il complesso è delimitato da una serie di cortine murarie che racchiudono un ampio cortile fortificato, dove si affacciano una serie di edifici che presentano porte e finestre ad arco; in questa area sono visibili anche i resti di una cisterna per la raccolta e la distribuzione dell’acqua.
I fabbricati più imponenti spicca la rocca.
Poco più in basso rispetto alla rocca, al lato opposto dell’area fortificata, si eleva la torre, con pareti rivestite in pietra provviste di alcune feritoie; anche in questo caso.
•Il palazzo del Capezzolo risale al XVI secolo ed è costituito da due corpi, quello principale e un annesso un tempo adibito a scuderia. All’interno è situato un caratteristico cortile. Il palazzo è proprietà privata.
•Le mura di Montemassi costituiscono il sistema difensivo. Una prima cinta muraria fu costruita verso l’anno Mille, a protezione del borgo castellano in fase di sviluppo; nel corso del tempo, il sistema difensivo venne ulteriormente rafforzato.
Le mura di Montemassi delimitano quasi interamente il borgo che si sviluppa poco a valle dell’imponente castello di Montemassi.
Il Mistero dell’affresco
Montemassi è raffigurato nel celeberrimo affresco “Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi” di Simone Martini all’interno del Palazzo Comunale di Siena. Nel 1977 è iniziata una lunga controversia, dopo il ritrovamento di disegni preparatori farebbero pensare a un rifacimento del Quattrocento.
L’attribuzione a Simone Martini parrebbe suffragata da un documento del 1330, esso cita il castello di Montemassi, ma non parla di un ritratto equestre di Guidoriccio.
Nel 1980, dopo restauri eseguiti sulla parete in cui si trovava il famoso Mappamondo che dà il nome alla sala, venne alla luce, sotto il Guidoriccio, un altro affresco, e la controversia s’infiammò, coinvolgendo critici, storici, tecnici ed esperti di ogni materia.
L’affresco sottostante si è rivelato di straordinaria qualità e, per chi nega l’autenticità del Guidoriccio, proprio questo sarebbe la vera opera di Simone, che del resto è certo abbia realizzato altri lavori nella sala, oltre ovviamente alla Maestà. Se poi la scena ora riscoperta raffiguri la conquista di Montemassi o un’altra vittoria senese è motivo di dubbi anche per chi sostiene la paternità del Martini. I contrari concludono, per lo più, con l’attribuirlo a Duccio di Boninsegna, e individuano in vario modo l’episodio raffigurato, ovviamente escludendo l’assedio di Montemassi, avvenuto quando Duccio era morto da un decennio. Quest’attribuzione è però fermamente negata dai sostenitori di Simone, anche per l’incompatibilità stilistica, che essi ravvisano, tra questo affresco e l’opera di Duccio: in particolare per la modernità della scena, non compatibile con il suo stile bizantineggiante. La totale perdita (o inesistenza) di affreschi di Duccio e di suoi dipinti di soggetto laico rende l’attribuzione ancor più difficile.
In ogni caso, questa scoperta ha messo ancor più in dubbio l’autenticità e la paternità del dipinto tradizionale, creando più alternative di attribuzione.
Descrizione
L’opera mostra il comandante delle truppe senesi, Guido Ricci a cavallo, di profilo, mentre va all’assalto del Castello di Montemassi nel 1328. Sullo sfondo, un paesaggio piuttosto realistico con montagne, un accampamento e le località teatro dei fatti.
Il luogo è da sempre stato nelle mire espansionistiche della Repubblica di Siena ma gli abitanti, anche dopo le varie sottomissioni, si sono sempre resi protagonisti di rivolte contro il dominio senese per rivendicare l’autonomia e per aspirare al riconoscimento del libero comune che, però, non fu mai ottenuto.
Il dipinto mostra segni di ripetuti interventi, ridipinture e rifacimenti, messi ancor più in evidenza dal restauro conservativo effettuato da Giuseppe Gavazzi nel 1980.