La Val di Cornia costituisce l’estremo lembo meridionale della provincia di Livorno, sul territorio della Maremma Piombinese; si estende nell’area a cavallo tra la Maremma Livornese (storicamente Maremma Pisana) e la Maremma Grossetana nei pressi della foce dell’omonimo fiume.
Il territorio risulta prevalentemente collinare nell’entroterra dove si insinua verso le ultime propaggini sud-occidentali delle Colline Metallifere e si inoltra nella parte meridionale della provincia di Pisa lambendo la Val di Cecina; è pianeggiante invece lungo la fascia costiera, fatta eccezione per il promontorio di Piombino che separa l’omonima città (che ne è capoluogo e sede del Circondario) dal Golfo di Baratti, sulla cui sommità settentrionale sorge il borgo medievale di Populonia che si è sviluppato presso la preesistente città etrusca con le relative necropoli.
L’area include lungo la fascia costiera il territorio comunale di Piombino e quello di San Vincenzo, mentre nell’entroterra interessa i comuni di Campiglia Marittima, Suvereto, Sassetta, Monteverdi Marittimo.
La zona si caratterizza per aree archeologiche di epoca etrusca, tra le quali spiccano quelle del Golfo di Baratti e di Populonia, e per i centri storici di epoca medievale. Notevole è inoltre la ricchezza del sottosuolo, sfruttato per le numerose miniere già dai tempi degli Etruschi.
Storicamente la Val di Cornia ha fatto parte in epoca medievale della Repubblica di Pisa fino al 1399, anno in cui gli Appiani fondarono la Signoria, poi Principato di Piombino, che comprendeva oltre a questo territorio anche la Val di Pecora, Val Bruna e le isole Elba, Pianosa e Montecristo. Dopo la caduta di Napoleone (il Principato era retto da Elisa Bonaparte), il territorio fu annesso al Granducato di Toscana, fino alla costituzione dello Stato Italiano.
Molto conosciuti a livello nazionale e internazionale sono i vini della Val di Cornia DOC, come il Val di Cornia rosso.
La zona di produzione della d.o.c. Val di Cornia è una grande area che comprende i comuni di Suvereto, Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo e Sassetta in provincia di Livorno ed il comune di Monteverdi in provincia di Pisa. I vini prodotti nei territori del comune di Suvereto hanno diritto alla denominazione di sottozona “Suvereto”.
Clima
Il clima della Val di Cornia risulta particolarmente mite lungo la costa, dove le precipitazioni si aggirano su valori prossimi ai 600 mm annui, mentre nell’entroterra tendono ad aumentare sia l’escursione termica che le precipitazioni.
Bonifica
La Val della Cornia, nell’allora Maremma pisana, fu oggetto di sporadiche e limite operazioni di bonifica e di irreggimentazione della acque. Il fiume Cornia, col suo regime torrentizio, era il principale autore delle periodiche inondazioni che flagellavano i terreni circostanti. Già dal Seicento il suo tratto finale venne rettificato in un canale pressoché rettilineo, conosciuto come Fosso Reale che dalla “Bandita delle cavalle”. L’altro aspetto che in gran parte vanificò la corretta bonifica dei terreni della bassa Val della Cornia era la presenza del confine internazionale del principato di Piombino che a valle ad a monte non prendeva provvedimenti congiunti per migliorare la situazione idrica della zona.
Anche il Fosso Cosimo, scavato alla fine del Cinquecento, parallelo al corso finale della Cornia con funzione di scolmatore, era pressoché inutilizzato perché riempito di vegetazione e detriti. La Fossa del Diavolo fu scavata per raccogliere le acque reflue del Piano di Roviccione e della Bandita delle cavalle e, attraversando il Fosso Cosimo, entrava nel confine di Piombino. La Fossa de La Cornaccia scendeva verso lo stagno di Piombino dalla bandita del Capannone o delle Cavalle, detta già la Banditaccia, e rasentando la bandita dei puledri (polledri) arrivava al guado di Sasso fino a rasentare la tenuta della Lavoreria prima di attraversare il confine piombinese. Il Fosso Rocchio o Verrocchio correva invece a nord della suddetta bandita, mentre la Fossa Calda, scavata nel 1525, partendo dal lago della Caldana presso La Venturina, attraversava la bandita dei puledri per piegare poi verso ovest e defluire nel Padule di Mulinaccio fino ad alimentare le acque del lago di Rimigliano o di Campiglia. Infine il Fosso Prezzanese o del Pero Sanese raccolte le acque del Piano di Ulceratico discendeva dalla Via di Citerna sotto Campiglia fino alla Cornia.